BATMAN – TRAGEDIA DELLA CONTRADDIZIONE
Con Batman il fumetto raggiunge un passo ulteriore
L’uomo pipistrello è in tutto per tutto l’antitesi di Superman. Pensiamo alle origini dei due personaggi: uno cresce in campagna, l’altro in città; uno diventa un supereroe grazie all’amorevole aiuto dei genitori; l’altro lo diventa dopo l’assassinio del padre e della madre; uno è contadino, l’altro è un borghese; uno ha numerosi poteri fisici, l’altro può avvalersi solo della propria intelligenza e delle capacità finanziarie, ereditate dalla lunghe generazioni; Superman è orfano, non conosce il proprio lignaggio, Batman vanta una stirpe nobile ed antica…e così via. Secondariamente consideriamo il costume: mentre quello di Superman ha colori chiari come il rosso e il blu, quello di Batman è completamente scuro. Un altro elemento di differenza è il simbolo. Come abbiamo visto Superman non ha un vero e proprio simbolo: la sua S è l’affermazione di ciò che semplicemente è, l’affermazione quasi pleonastica di un’identità. L’eroe di Gotham sceglie invece come propria allegoria ‘il pipistrello’, un animale che nella tradizione letteraria è abitualmente associato al demonio e, più in generale, al male (basti pensare che una delle forme preferite che Dracula assume nel famoso romanzo di Bram Stoker è proprio quella del pipistrello). Il pipistrello diventa l’immagine del timore che l’eroe vuole incutere ai propri nemici, ne annuncia la potenza e il significato. Batman s’impone allora come una sintesi mostruosa tra un uomo e una fiera dell’oscurità, tra umano e non umano, tra luce ed ombra, tra razionale ed irrazionale. L’unità positiva di Superman è ormai persa. Il personaggio di Batman cerca di tenere insieme due lati tra di loro contraddittori. Il fumetto abbandona così l’arida identità per approdare a nuove frontiere, più turbolenti, ma più audaci e profonde.
La presenza dell’assenza
Superman costituisce il proprio contenuto sulla morale americana: è un’identità che eredita, filtrata attraverso l’insegnamento e la presenza dei genitori. Anche sotto questo aspetto, abbiamo un interessante contrasto. Nel caso di Bruce Wayne i genitori saranno determinanti nella sua crescita e visione del mondo, ma non come dei modelli di riferimento continuo che si rifanno ad un chiaro paradigma: è l’assenza, il continuo ricordo della perdita degli amati parenti a motivare le azioni di Batman. Riscontriamo quindi una differenza considerevole del rapporto legge-azione tra i due personaggi. Mentre Superman guarda alla morale per configurare un ruolo nella società e istituire il proprio essere (azione secondo morale), il Cavaliere Oscuro nasce dalla perdita. E per questo motivo non è un vero e proprio eroe, ma è figlio della violenza, in cui intravede il senso della giustizia. La violenza originaria, ingiustificata, improvvisa, senza motivo è una lezione che non segna Bruce, ma lo spezza, lo frantuma. Dai pezzi della psiche del bambino nasce il mostro, Batman, frutto della tragedia e rappresentazione della tragedia stessa, della contraddizione che cerca continuamente di dar senso all’inesplicabilità del male. Il tentativo di ricostruire il senso positivo della realtà ormai perduto, con ogni mezzo ed ogni sforzo, è l’etica di Bruce eppure, anche quando il criminale è sconfitto, l’assenza dei genitori rimane, imperterrita, poiché è l’atto originario della scissione. Di conseguenza è anche l’inizio dell’infinito tentativo di ricomporre la realtà. La lotta contro il crimine si esplica nei canoni di una sfida infinita, impossibilitata ad adempiere completamente il proprio compito, ovvero l’instaurarsi della pace e della giustizia. Da questa condizione, deduciamo due caratteri. Primo, dato che la guerra è senza fine, così devono essere la volontà di combattere, il dolore, la perdita e tutti i termini che costituiscono la tragedia di Bruce Wayne: altrimenti, se anche uno di questi finisse, la struttura della contraddizione stessa cadrebbe. In secondo luogo, più la relazione tra i termini contrari si approfondisce, più gli opposti si confondono. La lotta contro il male assume i caratteri della violenza, il cosiddetto eroe sembra essere più simile ad un criminale, con il volto scoperto e il lungo mantello che ne copre la figura.
Il Pipistrello
Il costume dà figura del continuo movimento contraddittorio che determina l’impianto di significati che costituisce la figura di Bat-man, uomo degradato ad animale, a forza felina. La mancanza di poteri è compensata attraverso la narrazione di un mito. Alla base della narrazione vi è una forza evidente, spontanea, che sa suscitare un sentimento immediato. La scelta ricade sulla paura stessa, la paura della violenza e della possibilità di essa. Ecco che l’oscurità diviene l’oggetto su cui ruota la simbologia del pipistrello. Un altro punto di riflessione è che la scelta del pipistrello è completamente accidentale. Potrebbe benissimo trattarsi di un lupo, un gufo o un altro animale appartenente al regno del terrore. Eppure l’accidentalità non stona, ma accresce il senso di ansia e d’incomprensibilità che circonda il personaggio. L’immagine sul petto rimane l’estrinsecazione di ciò che il supereroe prova, sente, del suo interno. La paura appartiene infatti completamente a Bruce: è la potenza scaturita dalla fine dell’innocenza, dell’identità perduta. Ecco perché il Cavaliere Oscuro è alter-ego in quanto costruzione narrativa. Per questo motivo la distinzione tra uomo e ‘supereroe’, è più netta e distinta rispetto a quella tra Superman e Clark Kent. Intorno alle proprie debolezze Bruce eleva il mito che possa combatterle, ma mai vincerle. La notte è il contesto insuperabile in cui il nostro personaggio si muove, limite ultimo e quindi insuperabile. Uno sfondo così determinante che è difficile distinguere l’uomo dalle tenebre.