Una bella testa d’uovo GAC – Cavellini da Brescia.
Era una bella testa d’uovo quella di Cavellini da Brescia, detto anche GAC… La forma allungata, ben disegnata come l’uovo di Colombo, ma più soda. Anzi una testa d’uovo sodo.
Bastava tagliarla in senso verticale, in fette sottili come il prosciutto e si sarebbe visto la ricchezza dei suoi circuiti elettronici cerebrali ramificati in modo impensabile.
Ogni fetta del suo profilo presentava una specializzazione sui generis: la fetta della geografia diffusionale, la fetta del pensiero abissale, la fetta dell’alchimia verde, la fetta dell’ego sviluppato, la fetta della struttura muraria architettonica, la fetta del navigatore solitario, la fetta del collezionista d’arte d’avanguardia, la fetta della sua storicizzazione 1914-2014, la fetta dell’innovatore in arte e del precursore…
Alla testa affettata del grande artista GAC (Guglielmo Achille Cavellini) dedichiamo la devozione che si merita e all’osservazione e decifrazione di ogni fetta dedichiamo l’impegno e l’attenzione che richiedono.
Quando scriviamo sulla testa di Cavellini e ne ricaviamo segni che sono la forma visibile e cifrata dei suoi progetti mentali, cerchiamo fino in fondo le tracce percorribili del suo interpretare i piccoli e grandi fatti accaduti oppure il prospetto di quello che lui stesso ha previsto accadesse.
Mettere in queste pagine nero su bianco è anche un modo per poter riflettere sulla strada che ha percorso Guglielmo Achille Cavellini: una bella possibilità di vedere con più chiarezza tutto l’ampio spettro del suo agire in arte.
Quando leggiamo i suoi scritti che ha pubblicato nei suoi libri, inviati in tutto il mondo, per le famose “mostre a domicilio”, scopriamo le soluzioni che neanche lui aveva ben chiare in mente, decifriamo il groviglio dei suoi sentimenti e delle numerose aspirazioni che ha poi realizzate.
La testa di Cavellini si immerge nella scrittura, si colloca al centro dello scrivere e finirà per essere scritta come una pagina in chiaroscuro. Le righe l’attraversano e vi si fermano sopra come una proiezione a due dimensioni, senza subire deformazioni: è la testa che assorbe la pagina, si è fatta piano e disegno d’arte.