Del piombo come fosse del pane

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Da qualche giorno l’artista e scrittore Bruno Chiarlone sta divulgando nel web un progetto singolare che consiste in una lastra di piombo che egli ha tagliato e ora sta distribuendo. Il progetto è decisamente insolito e per questo motivo, per cercare di capirci un po’ di più, gli abbiamo chiesto alcune spiegazioni, ed è così che ci ha risposto:

“Nell’agosto 1993 arrivarono a Rocchetta due amici tedeschi: John W. Graw e la sua bionda compagna. Lui era insegnante di materie artistiche in un liceo di Gütersloh ed artista praticante. Aveva ricevuto le mie fotografie della cava di Rocchetta ed era venuto per fare un suo intervento. Aveva portato tutto l’occorrente per la sua “art azione”: scolpire su di una parete della cava il simbolo archetipo della casa o della tenda. Dopo aver lavorato per un mattino alla sua incisi14885942_10208696519985339_1434962466_none nella pietra, sotto il sole d’agosto, aveva preso una lastra di piombo ed aveva eseguito il calco.

Poi aveva bruciato due pali simili al disegno che aveva inciso nella cava ed aveva trasportato tutti i reperti nella nostra galleria d’arte a Cairo M. per la sua mostra. Quella lastra è rimasta nascosta nel mio archivio fino al 2013 quando la ritrovai, passati vent’anni. Successivamente la fotografai in varie situazioni fino a quando decisi di tagliarla in varie parti e distribuirla tra gli amici artisti e le collezioni pubbliche. Così feci: posta sul tavolo di casa mia, con un paio di forbici da elettricista la tagliai in 16 parti uguali, tanti rettangoli formato cartolina di 10 cm per 14 cm. Tra i primi interessati ne prenotarono un pezzo ciascuno Mauro Postacchini da Fermo, Maria Teresa Cazzaro da Padova e Attilio Fortini da Brescia.”
dsc05952In effetti anche io ora me ne ritrovo un pezzetto di quella lastra, proprio perché sono quell’Attilio Fortini da Brescia. Mi piaceva l’idea di un’opera che in fondo forse non è nemmeno tale, ma solo il segno di un atto avvenuto 23 anni fa, un atto artistico certamente, ma più che altro un atto vitale, fosse rimesso in circolo nel corso del tempo, come a voler riaffermare che le cose importanti, i gesti realizzati con passione e convinzione, non siano destinati a morire. E’ questo ciò che Bruno Chiarlone, almeno da quando lo conosco, sta a mio modo di vedere conducendo, una vera e propria operazione di rimettere nel corso del tempo ciò che è importante per lui, e poi ci accorgiamo che spesso quelle piccole storie che lui “recupera” tramite vicende di partigiani, di personalità conosciute o meno della sua terra, artisti noti, ma spesso ignoti, siano importanti anche per noi. Insistendo nella mia forse a volte pretenziosa voglia di capire, in merito a questa operazione della suddivisione della lastra, Bruno afferma che ad ognuno compete il compito dell’interpretazione, come dire, la strada spianata non c’è per nessuno, ciononostante una traccia ce l’offre:

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“Sì Attilio… sono quei gesti semplici che hanno forse matrice letteraria… nel nostro passato/presente cristianico: tipo prendete e mangiatene tutti… praticamente un pezzo a tutti gli amici, a qualcuno, che condividano un pezzo di materia e lavorino in collegamento…”

Prendiamone, cercandone di capire, ma senza aver la pretesa che capire sia tutto.

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2 risposte

  1. Grace ha detto:

    Bella storia, bravo Attilio!

  2. Bruno Chiarlone ha detto:

    Grazie Grace, come se nulla fosse… qualcosa ho fatto anche io…(bruno chiarlone)
    Saluti e baci.

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