Entrare nella penombra dei pensieri
Entrare nella penombra dei pensieri e trovare le parole già pronte per il foglio dei messaggi o lo spartito dell’opera o il quaderno delle narrazioni periodiche.
Mentre si vaga tra i banchi al mercato del giovedì si vedono, le parole abbandonate tra la merce esposta, scivolate tra le pieghe delle stoffe, in attesa di essere raccolte o catturate con sguardo repentino.
Le parole sono dappertutto: c’è un negozio in via Roma dove sono in vendita. Le trovi esposte in grandi scatole quadrate ma se arrivi sul tardi le parole più richieste sono già finite. Rimangono quelle dai profumi antichi, dai suoni più flebili, le parole dimenticate e sconosciute, le parole difettose, quelle scritte male o sbagliate.
La penombra delle parole si diffonde nella stanza e se si lascia per molto tempo al buio succede che le parole finiscano nei libri degli scaffali, entrano nelle pagine e si infilano in mezzo alle parole stampate.
Le parole sono cadute lungo la strada e quando l’asfalto viene scavato per interrare un tubo dell’acquedotto esse vengono fuori e si spargono tutto attorno.
Ho fotografato il luogo dove sono uscite e quando i lavori saranno finiti andrò a raccogliere quelle rimaste.
Bruno Chiarlone Debenedetti Carle Granata