FENOMENOLOGIA DEI SUPEREROI – Chiarimenti metodologici
Chiarimenti metodologici
Sono sicuro che non usate abitualmente il termine Fenomenologia, almeno che voi non siate degli appassionati di filosofia. E poi sui ‘supereroi americani’? Cosa intendiamo con ‘fenomenologia dei supereroi’? Rispondiamo a qualche semplice domanda per inquadrare meglio l’oggetto della nostra serie di articoli, chiarendo gli obiettivi che vogliamo prefissarci.
Cos’è una ‘fenomenologia dei supereroi’?
La fenomenologia è un ramo della filosofia. Cerchiamo di dare una definizione intuitiva e semplice ai fini della nostra piccola ricerca. Con ‘fenomenologia’ intendiamo un tipo di ricerca che verte su un insieme di fenomeni, nel tentativo di dare a tale insieme un senso ed una direzione. Questo tipo di ricerca investiga sia i fenomeni considerati nella loro singolarità sia i fenomeni nelle relazioni che intrattengono reciprocamente tra di loro. Nel nostro caso, non solo cercheremo di rivelare le varie sfumature dei principali supereroi americani, ma in particolare tenteremo di capire perché Batman segua da Superman e non viceversa e quale sia l’essenzialità di tale rapporto. Ovviamente, la nostra è un’interpretazione: molti dettagli, personaggi secondari saranno da noi ignorati, così da poter delineare un preciso percorso d’idee.
Cosa s’intende con ‘percorso d’idee’?
Ogni percorso è composto da tappe. C’è un primo ‘step’, vari passaggi intermedi e una meta finale. Anche la nostra fenomenologia è un percorso che, in breve e nel modo più chiaro e semplice possibile, darà senso e ordine alle varie figure che costituiscono l’universo dei comics americani. A nostro parere tali figure sono allegorie di idee, di significati. Ecco in che senso la nostra fenomenologia prenderà le vesti di un ‘percorso d’idee’.
I nostri passi muoveranno dal primo supereroe, Superman, in cui intravediamo la rappresentazione della universalità immediata e positiva. Invece con Batman nasce la contraddizione, il bene che si esercita nelle vesti del male, il giusto che agisce come un criminale. Particolare attenzione dedicheremo ai villains del Cavaliere Oscuro poiché nel Joker non leggiamo una semplice antitesi dell’eroe, ma un vero proprio ‘destino’, una soluzione alla contraddizione avanzata dalla figura di Batman. Gli eroi DC sono come quelli dei grandi poemi epici: forze universali, potenti e belli nella loro individualità, ma incapaci di dar luce sulle sfumature del complesso animo umano. La modernità è difatti caratterizzata dal sopraggiungere del principio della soggettività. Nello stesso modo la Marvel permette la prepotente entrata della psiche nel mondo dei comics. I supereroi della ‘Casa delle Idee’ sono più ‘umani’, più complessi psicologicamente dei loro colleghi DC. I Fantastici Quattro sono una famiglia, con problemi e gioie caratteristica di essa; Hulk è una riproposizione della ormai classica dicotomia letteraria del Dr. Jekyll e Mr. Hyde. È però con Spider-Man che la rappresentazione fumettistica della psiche umana raggiunge il proprio apice: Peter Parker è la perfetta sintesi tra il positivismo di Superman e la conflittualità insita in Batman. Ma il nostro percorso non finisce qui: l’ultimo eroe che analizzeremo sarà Rat-Man, il grande personaggio ideato dalla matita di Leo Ortolani e che consideriamo l’apice del mondo fumettistico sui supereroi.
Ma qual è la logica dietro il percorso d’idee?
Una logica semplice: ogni personaggio si differenzia da quello che lo segue, nel tentativo di portare alla riflessione del lettore una tematica nuova, più ricca. Si delinea così un meccanismo per cui ogni nuova figura è più complicata della precedente, ma in qualche modo più vicina alla nostra interiorità e perciò dotata di maggior fascino.
Attenzione: non è detto che la nostra chiave logica sia la più efficace per comprendere il mondo dei supereroi americani. Ovviamente noi crediamo che sia così, altrimenti non la proporremo. Ma vi è sempre la possibilità che ve ne sia un’ulteriore, magari migliore, in grado di tener insieme più aspetti o temi differenti attraverso un unico senso. Insomma sussiste nel concetto stesso d’interpretazione la possibilità che vi sia un’interpretazione migliore e la nostra ‘fenomenologia sui supereroi’ è chiaramente unicamente solo un’interpretazione!
Non sarà troppo complicato?
Assolutamente no! Dato che scriveremo una serie d’articoli, l’esposizione che adotteremo avrà la forma più semplice possibile. Inoltre non citeremo storie particolari o caratteristiche uniche del supereroe in questione. Tratteremo invece la sua idea generale: in tal modo anche chi non è un accanito lettore di fumetti potrà facilmente seguire la nostra argomentazione.
Perché una fenomenologia sui supereroi?
E perché no? La speculazione filosofica può esercitarsi su qualsiasi cosa, affinché ci sia l’interesse. Il pensiero è anche una sorta di desiderio: noi abbiamo il desiderio di pensare in via logica il mondo di comics, di trovare una chiave di lettura che possa spiegare una serie di personaggi, situazioni, storie. Anche perché queste figure sono inserite nel nostro immaginario, svolgono o hanno svolto un ruolo nella nostra cultura. Snobbarle o sottovalutarle non le spiega, ma soltanto le giudica malamente. Comunque sia, esse sono e rimangono produzioni di una letteratura che è riuscita ad invadere il globo intero. Già per questo meriterebbe un poco d’attenzione, non trovate?