La preveggenza del canato in materia d’arte
Intersecato come la silouette bronzea di un fegato fenicio, il decano si riconosce strabico nei segni lirici incompiuti ma disegnati con sicurezza inequivocabile.
Afferma con malcelata soddisfazione barbarica che produrre segni asemici è come proiettarci nel nuovo relativo, nella tabula rasa delle tracce nuove ed aver raggiunto, in tale pratica artistica, uno strato di insondabilità spaventoso (sic).
Nella pratica dell’arte chi crea spavento produce tempesta ed anche uno certo grado di preveggenza variabile sull’intero canato. La preveggenza è il prodotto dei linguaggi innovativi nella storia dell’arte di ricerca.
A noi decani dell’asemica garantita e gloriosa verrà riservato un posto importante perché attraverso i nostri sforzi, oltre ad aver sepolto il deja vu dei linguaggi artistici, abbiamo scoperto nuove valenze concettuali.
È per questo che la nostra garanzia di sicura scoperta e di invenzione estemporanea incorpora a priori il dogma teologico digerendolo, assimilandolo e sublimandolo.
Ecco perché abbiamo un sacco di seguaci amanti della percezione segnica della nuova scrittura i quali, fino ad ora, hanno superato il resto dei linguaggi contemporanei della storia dell’arte con vero senso innovativo.