Le storie si legano in maniera inedita le une alle altre
Lungo la Bormida c’è il sole e cammino con piacere dove è stata spalata la neve. Anche il cielo sorride nel suo blu terso di fine gennaio. Ogni aspetto del paesaggio oggi è nuovo, mutato dopo la neve di ieri. Affronta con il sereno del cielo una nuova dimensione di risveglio nel progredire piacevole del mattino. Godiamo nel piacere di ricevere sulla schiena raggi da un sole che non ci chiede nulla anche se sappiamo che da secoli si sta spegnendo.
Guardo dal ponte il creato e mi compiaccio di essere in sintonia e di contribuire ogni giorno al mondo che cambia come una mosca cocchiera sulla testa del bue chi tira la carrozza. Il sole sulla schiena, lo sguardo oltre il ponte che arriva alle colline, quasi un orizzonte: il mondo che nasce al mio cospetto parte proprio dal centro del petto e comincia subito oltre le sponde del ponte, verso Cortemilia.
Con questo spirito d’autore avevo iniziato una ventina d’anni fa un carteggio aperto con amici che abitano in vari punti della penisola. Le lettere arrivavano nella mia cassetta, le leggevo e poi le passavo ad altri dopo aver messo la mia osservazione/risposta nello spazio libero della missiva ricevuta. In poco tempo si sono incrociate lettere dalle provenienze più disparate; ho conservato le copie di ognuna per costruire una specie di torre di Babele letteraria.
Gli argomenti che abbiamo trattato negli anni sono molto vari, anche se la prevalenza è stata di quelli riguardanti la ricerca artistica. Ho poi condensato queste buste in una raccolta che ho fatto confluire in un libretto intitolato appunto “Carteggio d’autore”. Mi riassumo guardando al presente in questa autocitazione tratta da uno dei miei vecchi testi: “Soffusi di godimenti letterari e di progetti inclusivi, anche questi sono tempi in cui le storie si legano in maniera inedita le une alle altre”.
Scavata nella marna azzurra, per tutto il tempo dei tempi, ripida la strada conosce il gelo delle tramontane, l’inverno freddo che indurisce la marna, dove la neve di febbraio ruscella e si scioglie come una pastiglia, nelle primavere insistente la pioggia viene giù dai fossi e nella strada, anche conosce il vento forte che i fianchi delle valli sale di corsa e batte prepotente la strada di San Zuàn, il fango azzurro va sempre giù, al fondo, ma la strada rimane uguale, nei secoli dei secoli