Scopo dell’arte è mostrare la verità tramite l’illusione

 

Sia chiaro, non è mostrare una copia della verità, cosa che farebbe dell’arte solo uno zimbello del vero, bensì mostrare ciò che c’è di vero nell’apparenza. Se impiegassimo l’aneddoto raccontato da Plinio in riguardo al pittore dell’antichità Zeusi, noteremmo che se questi avesse solo mostrato dell’uva copiando quella che vedeva senza cercare di offrire la sua singolare esperienza dell’uva, probabilmente nessun passerotto avrebbe cercato di  beccare quell’uva che egli aveva dipinto. Questo perché il passerotto avrebbe riconosciuto che era una copia dell’uva. Se invece il passerotto ha cercato di beccarla, vuol dire che il pittore è riuscito a mettere in quegli acini la gustosità dell’uva matura, il suo profumo tenue come allo stesso tempo inebriante, ossia tutte quelle qualità che si possono cogliere tramite un’esperienza completa dell’uva, e non semplicemente con un’osservazione che ripropone tale quale ciò che vede, forse anche solo per mostrare qualcosa che potrebbe sembrare bello, ma senza la pregnanza di un’esperienza effettiva, senza verità.

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