365 giorni dopo The Floating Piers – Viviana Filippini
È passato un anno! 365 giorni da quando The Floating Piers, l’installazione temporanea fatta da Christo, approdò sul lago d’Iseo. Centinaia di migliaia di persone arrivarono sul lago. Centinaia di migliaia sono gli scatti fotografici e i video che prima, durante e dopo hanno testimoniato il grande flusso umano approdato nella zona del lago d’Iseo. Vip, politici, sportivi e gente comune, tutti uniti per camminare sulle acque, calpestando la passerella color giallo dalia creata da Javacheff. E in questi giorni tutti a celebrarne il ricordo.
In realtà è passato un anno anche da A passo sospeso. The Floating Piers Christo and Jeanne-Claude, un volumetto di 108 pagine edito da Temperino Rosso di Brescia, nel quale mi sono addentrata nella vita e nelle opere di Christo. Il libro aveva – e ha – uno scopo divulgativo, nel senso che in esso ho cercato di spiegare il perché, come e quando è nato The Floating Piers. Non solo però. Nelle pagine di A passo sospeso. The Floating Piers Christo and Jeanne-Claude ho raccontato come Christo ha cominciato a creare opere e come il suo modo di “fare arte” si sia trasformato col passare del tempo, passando dalla ritrattistica tradizionale, alla sperimentazione su oggetti e poi su ambienti reali di grandi dimensioni.
In A passo sospeso ho cercato di spiegare che la passerella è stata un’installazione artistica che ha permesso a chi l’ha visitata di compiere una camminata sulle acque come fece Cristo (in questo caso senza “h”) con un coinvolgimento sensoriale completo. Ancora oggi, ogni tanto, mi chiedo quante delle persone abbiano davvero compreso di essere diventate la parte integrante di quella installazione, cioè di aver contribuito in modo forte a rendere The Floating Piers una vera e propria opera d’arte completa, soddisfacendo così l’intento dell’artista. La passerella oggi non c’è più, ma il suo ricordo è ancora vivo tra chi ci è stato e chi ne ha solo sentito parlare.
Di certo The Floating Piers è stato un omaggio di Christo a Jeanne Claude, la moglie scomparsa nel 2009. Il progetto venne concepito nel 1970 e Jeanne Claude ci teneva parecchio a vederlo compiuto, poi il cambiamento della location nel corso degli anni, altri lavori da fare e la morte della stessa, le impedirono di vedere prendere forma del proprio progetto d’arte. Christo, rimasto vedovo, avrebbe potuto anche fare a meno di realizzare la passerella galleggiante, ma il dare vita a The Floating Piers l’ho visto come un grande gesto d’amore di un uomo verso la donna che è sempre stata la compagna di lavoro e di vita.
A confermare il grande impatto sulla memoria delle persone di The Floating Piers di Christo, non lo si può negare, è il fatto che la sua creazione lo ha portato ad intervenire con mano decisa ed evidente sul paesaggio del lago. L’artista ha agito con il fine di cambiare e trasformare – per un arco di tempo limitato – il paesaggio. Christo ha stravolto – e non poco – lo spazio e i ritmi della vita degli isolani e di coloro che abitano e arrivano nelle aree interessate dell’evento. Un cambiamento delle abitudini forzato che ha cercato di stuzzicare i residenti e i turisti a rendersi conto delle peculiarità artistiche e culturali che il lago d’Iseo possiede con, e soprattutto, senza la passerella. Uno sconvolgere i ritmi tradizionali del vivere che è stato una costante per ogni grande allestimento fatto da Christo in passato (dal Pont Neuf a Parigi, al Reichstag a Berlino, alla Kunsthalle impacchettata o a Running Fence) il quale, oltre al fine artistico, ha davvero portato le persone a prendere coscienza delle forme e della consistenza dell’ambiente dove si vive di solito.
The Floating Piers è stata un’opera d’arte che ha voluto entrare in empatia con il paesaggio, con le persone – le genti lacustri e i visitatori -, per condividere in modo collettivo un sogno diventato realtà e, non a caso, chi ha camminato sulla passerella giallo-arancione è diventato parte integrante e componente di un’opera d’arte. A passo sospeso. The Floating Piers Christo and Jeanne-Claude, come altri libri, ha raccontato e continuerà a mantenere vivo nel corso del tempo il ricordo di un’installazione divenuta una forma d’arte, nella quale l’artificiale e l’umano sono diventati un tutt’uno per fare dell’arte una forma di esperienza e memoria universale e condivisa.
Sull’autrice: Viviana Filippini
Dove è possibile acquistare il libro: A passo sospeso. The Floating Piers Christo and Jeanne-Claude