Diritto alla felicità

Quel diritto alla felicità teorizzato da un Napoletano e costituzionalizzato da un Americano. Iniziamo col dire che effettivamente la Dichiarazione d’Indipendenza americana lo riconosce a tutti gli uomini; era il 4 luglio del 1776, quando il Congresso di Philadelphia la promulgò (definita, per esattezza, come “Unanime dichiarazione dei tredici Stati Uniti d’America”).

Benjamin Franklin, che fu tra i protagonisti della Rivoluzione americana, nonché uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, incarnò lo spirito illuminista oltreoceano e fece del self-made man il suo motto guadagnandosi il titolo di “Primo Americano” per la sua infaticabile campagna per l’unità delle tredici colonie originarie.

Detta dichiarazione, a cui Franklin contribuì in modo assai rilevante, reca quasi nel suo incipit le seguenti affermazioni:

“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”.

Con probabilità era la prima volta nella storia che un Atto fondativo di una Nazione proclamava in termini così netti e precisi che ogni uomo, parte di una collettività, ha diritto di perseguire la Felicità.

Uno dei modelli ispiratori per Benjamin Franklin e la Costituzione statunitense fu La Scienza della Legislazione, del napoletano Gaetano Filangieri, col quale il politico e intellettuale americano aveva intrattenuto una fitta corrispondenza. In effetti, Franklin, estremamente affascinato dalle idee del Filangieri, inserì un riferimento esplicito al diritto alla Felicità teorizzato dal filosofo e giurista napoletano. Nel 1780, Filangieri scriveva, infatti, ne ‘La Scienza della Legislazione’: “Nel progresso concreto del sistema di leggi sta il progredire della Felicità nazionale, il cui conseguimento è il fine vero del governo, che lo consegue non genericamente ma come somma di Felicità dei singoli individui”.

Quindi, se in America la felicità è un vero e proprio diritto, cosa che non avviene nella nostra Costituzione, si deve a un napoletano, che ha trovato terreno fertile per le sue teorie in territori lontani.

Illustri pensatori, che da sempre hanno civilizzato il mondo in lungo e in largo, quanta poca fortuna hanno avuto a casa propria; è proprio il caso di dirlo, nemo profeta in patria!

Cinzia Perrone

Cinzia Perrone è nata a Napoli nel giugno del 1973. Dopo aver conseguito la maturità scientifica si iscrive all’università Federico II di Napoli, dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Interrotti gli studi, si sposa e si trasferisce nelle Marche. Ma nel 2005 riesce a laurearsi in Giurisprudenza all’Università di Camerino(MC), avendo ripreso gli studi interrotti. Dopo il periodo di tirocinio per la professione forense, ha svolto altri tipi di lavoro, come segretaria o agente immobiliare. Nel 2008, approda a Jesi, sempre nelle Marche, in provincia di Ancona, dove attualmente vive con il marito e la figlia di dodici anni. Alla ricerca di un’occupazione come in tanti, ha trovato la sua dimensione nella scrittura, antica passione mai sopita. Ha pubblicato una silloge di poesie all’interno di una raccolta edita da Aletti editore dal titolo “Fetch”; è stata selezionata più volte con dei suoi racconti a far parte delle antologie edite da Historica edizioni. Ha pubblicato ad aprile 2007 il suo romanzo di esordio con la Montedit editore, “Mai via da te”, e successivamente una silloge poetica nella collana Adeef di Eracle edizioni, dal titolo “Capelli al vento”. Sempre nel 2017, nel mese di novembre pubblica il suo secondo romanzo, “L’inatteso” con Del Bucchia Editore. Un ruolo importante nella sua vita è svolto anche dal volontariato, infatti è socia-donatrice dell’Avis di Jesi, facendosi portatrice, insieme ad un gruppo di altri soci-collaboratori, del messaggio di solidarietà insito nella donazione del sangue, attraverso una campagna divulgativa nelle scuole.

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