Bresciamella – POESIA – Flavio Tamiro

IL LIBRO

Nella seconda metà degli anni Settanta mi capitò di acquistare il libro “Brescia e il suo territorio”. Fui colpito dalla descrizione del Carnevale di Bagolino, un evento che appariva quasi come surreale e per certi versi meta-territoriale, data la complessità del suo manifestarsi e l’atipicità delle sue tradizioni. Esso ha ispirato la mia silloge, la quale intende fondere mito e realtà. Il drago narratore racconta, indi si congeda e appare il filosofo che estrapola dal viaggio le proprie conclusioni e svela il mistero delle cose. In questa Stonehenge brixiana il drago e l’uomo si ricongiungono e diventano una cosa sola, un’entità super-reale. Dedico questa mia raccolta di poesie a Bagolino e al suo irresistibile fascino, coll’augurio che il suo carnevale non finisca mai… Flavio Tamiro

 

L’AUTORE

 

Sono nato a Genova il 9 gennaio 1960 ma vivo in Lombardia da circa quarant’anni. Nella vita ho fatto tante cose e ho sempre avuto svariati interessi: la filosofia, l’arte, lo sport, la natura e altri ancora. Ho lavorato come insegnante nella scuola per diverso tempo e oggi sono finalmente in pensione, pronto a dedicarmi a nuove esperienze formative e stimolanti. Vivo da solo e questo mi offre la possibilità di dedicarmi interamente alla vita culturale scevro da condizionamenti di stampo emozionale. I draghi non dovrebbero sposarsi e ho incendiato troppe lenzuola nel corso degli anni. Mia moglie è fuggita con San Giorgio…

 

 

DENTRO IL TESTO

Passero italiano

 

 

 

 

Sei come un impiegato:

un abitudinario,

Leopardi ti descrisse

un tipo solitario.

 

Stazioni nelle piazze

sebbene un po’ affollate,

oppure nei giardini

o su le balconate.

 

Ovunque ti guardassero,

in tanti rimirassero,

ci passeresti sopra

indifferente passero.

 

Ti piacciono i biscotti,

perfino quelli rotti,

le briciole di pane

le trovi tutte sane.

 

Estimator di grani,

li prendi da le mani

di chi gentil ne porge

a passero che scorge.

 

I fastidiosi insetti

riduci nei pezzetti

che danno nutrimento

a figli piccoletti.

 

Edile nelle regole,

capisci che le tegole

per costruire un nido

son l’ultimo di grido.

 

I buchi dentro il muro

ti tengono al sicuro,

il palo della luce

bolletta non produce.

 

L’amore è cosa vera

soltanto a primavera:

la femmina ti prova

e “otta” fa le uova.

 

In gabbia ci stai bene

con lo sportello aperto,

così ci vai, ci vieni,

magari da un concerto.

 

Sei igienico di brutto,

ti lavi bene tutto

con terra oppure sabbia,

sperando tu ce l’abbia…

 

Se sardo, “stranu tipu”

ma amato da la LIPU,

che uccelli LIPULISCE,

abusi LIPUNISCE.

 

Per addolcir la bocca

ti nutri d’albicocca,

per depurare il becco

non serve un fico secco.

 

Con uovo e pan bagnato

ti senti festeggiato

perché le proteine

le vuoi da le galline.

 

Se i cacciator sparissero,

i fiondator sapessero,

i deboli potessero,

i pazzi ti capissero,

inquinator smettessero,

bambini non sparassero,

molestatori andassero:

tu rimarresti passero…

 

 

 

APPROFONDISCI

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento