Figlio della Notte

Figlio della notte è un testo teatrale in versi di Kenny Ozier-Lafontaine illustrato da Sara Lae e tradotto da Elena Savini appena pubblicato dalla Temperino rosso edizioni di Brescia. L’edizione originale del testo in francese, con illustrazioni diverse da questo e dal titolo Fils de la nuit, è stata realizzata a Bruxelles nel 2011 dall’editore Maelström.  Qui riportiamo oltre che alcune immagini del libro, la suggestiva introduzione realizzata da Fernando Arrabal.

 

 

Dialogo di Fernando Arrabal con il Diavolo

 

– Per Kenny Ozier-Lafontaine, la poesia è un sogno. È immaginazione.

– No: è ragione.

– Ha fatto il suo ingresso in poesia come un baco da seta nel suo bozzolo. Per uscirne crisalide. E farfalla.

– No: L’immaginazione satanica è il motore della sua attività…

– …spirituale. Il suo modello: la principessa che, avvicinandosi troppo ad una candela, si accorge che la sua testa si è fusa.

– Il suo talento da diavolo…

– …la sua ispirazione si eleva al ritmo della sua lievitazione.

– Dov’è che vedete tutto questo, nei versi così demoniaci? Lui percepisce l’universale assaporando il particolare.

– Arriverà mai il giorno in cui insegneremo alle rondini a costruirsi i nidi? Kenny Ozier-Lafontaine sente il fischio delle aquile-arcangelo. Gli dei ci crearono immortali.

– Io non rispetto i vostri dei della malora. Il vostro idealismo. Il mondo perirà.

– Abbiamo perduto l’eternità per colpa di un dettaglio assurdo. O d’un errore insignificante. Come la mela di Eva in Paradiso o la sete di Gilgamesh in Assiria. Le creazioni di Kenny si rivolgono verso il cielo.

– Avventure eroiche… combattere contro mostri… tori mesopotamici… cosa c’entrano con la sua precisione da tentatore?

– Nella sua solitudine, si arrovella: “Al di là dell’arte, l’arte assoluta… esiste?” Si aggrappa al collo della giraffa. Con lei, prende il volo. Attorno ai fianchi dell’animale, i suoi piedi come tenaglie per non perdere l’equilibrio.

– Mantenete i piedi per terra, per favore. Kenny non ha né radici, né ali, ma delle braccia per lavorare.

– Il tempo e lo spazio non sono concetti, signor Diavolo.

– Non sono un fanatico come voi, io. Con il vostro idealismo… divino. Kenny disdegna i fenomeni superficiali. La realtà sorge dagli inferi.

– Non è libero che quando il suo spirito sottomette la sua volontà.
– Appena si distrae, è invaso da immagini sataniche.

– Come un faraone egiziano. Libero di deliziarsi qua e là tra i campi di stelle. Egli si nutre al seno della dea Nut.

– Distingue l’ombra dalla luce dei demoni incubi.

– La sua poesia miscela il suo respiro a quello della bellezza. Senza gondole arenate nella segatura, prigioniere di canali veneziani.

– No. Lui trasforma l’ordine della causalità in un suo Sabba del Maligno.

– La chimera penetra nella voracità della sua anima. Famelica.

– Parlatemi del suo corpo.

– Il caos era l’assurdo dei Titani. La confusione è il caso degli dei. Basta guardare la sua opera divina. Evviva Dio.

– Se Dio esistesse, bisognerebbe abolirlo.

– L’arte sospinge Kenny. Come a spiccare il volo. Con la stessa facilità con cui un buco nero s’insedia nel cielo. Come la linfa circola dalle radici alla cima della sequoia.

– L’esistenza insegna a Kenny Ozier-Lafontaine ciò che può essere insegnato solo da Mefistofele.

– Il suo corpo plana a bordo della sua anima. Come il gabbiano s’innalza sulla brezza. Egli vibra di felicità. Lo splendore lo trasforma in raggio di luce.

– … Fanatico di Dio! …

– Non può tradire la sua ispirazione. Più di quarant’anni fa l’uomo camminava sulla Luna. La dea dell’immortalità. Kenny Ozier-Lafontaine, cammina sul sentiero dell’immortalità. Non si lascia sedurre se non dalle avventure dell’anima.

 

 

Pagina dove è possibile acquistare il libro: FIGLIO DELLA NOTTE

 

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