Identiurgo – creatore d’identità
L’attività dell’identiurgo non è nata oggi, è però nei momenti più cupi che riemerge con clamore.
All’inizio, quando non esisteva ancora la luce, spettò al Dio d’Abramo fare le prime distinzioni; dopo fu la volta di Noè, con la sua famosa Arca a scegliere i “salvabili”, e poi la storia fornirebbe di certo numerosi altri esempi, per dismisura citiamo solo il più atroce del secolo appena trascorso: Adolfo e i suoi aiuti, che anche loro avevano avuto l’idea d’imbarcare qualcuno su dei carri per purificare il mondo.
Si potrebbe però qui obbiettare che mettere sullo stesso piano Dio ed Adolfo sia come sostenere che il bene assoluto non sia poi tanto diverso dal male assoluto. In effetti apparentemente non sembrerebbero nemmeno tanto diversi, in fondo cosa ne sappiamo noi del bene e del male assoluto?
Ciononostante, e in tutti i casi, il bene come definizione non è il male, non esimiamoci dal compito di dare un senso alle cose, altrimenti dove ci ritroviamo?
Detto ciò, e con più attenzione, la questione in fondo non è nemmeno quella di distinguere tra il bene e il male, ma piuttosto che Dio (per i non credenti quello dei filosofi), a diversità dell’uomo non ha creato solo una visione delle cose, ma anche la loro sostanza.
La differenza è importante.
Quando perciò si creano delle identità: personali, professionali, di partito, nazionali… l’identiurgo coscienzioso sa bene che le nostre verità sono sempre relative a noi stessi; difatti esse appartengono quasi sempre alla sfera dei nostri desideri: essere più belli, più forti, più importanti, sentirci parte di un gruppo che conta ecc., sono sempre delle definizioni relative alle nostre aspettative, al nostro desiderio di poterci sentire qualcuno nel mondo, e come tali, ossia come visioni del mondo, possono dunque anche sempre tramutarsi nel loro contrario, come avviene per l’amore che può trasformarsi in odio, raramente accade il contrario. I più grandi della terra possono dunque sempre divenire i più piccoli, e non solo per statura, i più ricchi divenire i più poveri, e non solo per denaro, il sud del mondo può divenire il nord del mondo, e non solo in senso geografico, i bianchi possono divenire i negri, e non solo per il colore della loro pelle.
Il bravo identiurgo tiene conto di tutto ciò e sapendo che non sempre potrà capitare a lui di usare gli altri ma che a sua volta prima o poi potrebbe succedere d’essere lui a venire usato da loro, con intelligenza ha imparato già da subito a non usare nessuno; inoltre, sempre per non commettere errori irreparabili, ha deciso di lasciare a Dio il compito d’essere Dio, ossia al Supremo il compito delle verità supreme.
Ed è in questo modo, e solo in questo, che l’identiurgo può brillare di luce propria nel firmamento.
Identiurgo del: IL FORTINELLI