Perché leggere ‘Metafisica del successo’ (A. Fortini)
Forse oggi nulla ossessiona più dell’idea del successo. Celebrità, fama, potere e tutto ciò che si può desiderare sono contenuti in questa parola, semplice e terribile. Il successo può essere allora la chiave con cui leggere la società contemporanea, quell’intrigo di sensazioni, immagini e social network.
Come A. Fortini chiarisce fin dalle prime pagine, gli strumenti tecnologici forniscono nuove possibilità di percezione e, di conseguenza, nuovi modi di rappresentazione: dalla rappresentazione è possibile configurare un senso alla nostra esistenza e al passato. Il successo, considerato nel suo significato più alto, ovvero come rappresentazione che determina, assume una rilevanza tale che la riflessione non può più ignorare.
Esistere, succedere, senso: concetti dai legami indissolubili, poiché è l’attività, il fare dell’uomo, a dare senso all’esistenza. ‘Io sono ciò che faccio’, sembra suggerirci l’autore, recuperando la tradizione esistenzialista della prima metà del Novecento. Eppure c’è un passaggio in più, una questione ancora irrisolta: l’eccedenza della vita, ovvero il metafisico.
Infatti il paradosso dei paradossi è quello dell’esserci, dell’identità di sé data solo dal carattere relazionale dell’azione. Uno è uno in quanto decisione ontologica, astrazione che svuota il contenuto: in verità l’uno, nella sua complessità, non si può paragonare a nulla.
Da tale controsenso nasce la curiosità, il desiderio di conoscere se stessi e il mondo. Cos’è allora l’uomo per il mondo? Possibilità dell’avvenire, potenzialità del divenire, potenza del cambiamento. In ciò la ragione dell’attività: fare è mutare, desiderio di ordinare il reale a nostra immagine. E tanto più potente è la nostra azione quanto più il mondo assume i caratteri della nostra persona.
Lasciando un segno di sé nell’esterno esprimiamo l’originalità del nostro esistere, la peculiarità del nostro destino. Ecco in quale accezione dobbiamo intendere il ‘successo’. Mentre il riuscire è il banale compimento del progetto, il successo ambisce a diventare attrazione, meraviglia e novità che sfiora il significato originale dell’essere.
L’uomo di successo è colui che, incarnando la stessa possibilità che noi siamo, realizza se stesso nel mondo lasciando un marchio indelebile. Da qui sorge la narrazione, che decora con mille sfumature e culti il mito del successo, così che sia diffuso e raccontato.
L’originalità dell’opera, l’eccezionalità dell’azione, la possibilità dell’atto che suscita ammirazione: questi i temi toccati, nel tentativo di ridefinire fenomeni complessi come arte, libertà, critica e lode.
Un saggio che si rivela essere pregnante, un autentico sforzo di collegare il vecchio e il nuovo, l’ontologico e il mondano, mediante una scrittura leggera ed efficace. Nel testo il lettore troverà infatti più aforismi che sillogismi, che non cercano di dare uno schema o una risposta semplice, ma di illuminare la complessità del quotidiano con brevi lampi di consapevolezza.
Ecco perché leggere ‘Metafisica del successo’ di A. Fortini.
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