Nora Cortinas e le madri de Plaza de Mayo – Jesi, 14 aprile 2018.

Ieri sera nella sala consiliare di Jesi, si è svolto l’incontro con Nora Cortinas, una delle madri di plaza de Mayo, le madri che tanti anni fa cominciarono a chiedere in quella piazza “donde estan” per avere la verità sui loro ragazzi, i desaparacidos mietuti dalla dittatura argentina tra il 1976 al 1983. Nora e le altre non hanno smesso di lottare e chiedere spiegazioni, continuando a battersi in nome di tutti i diritti civili calpestati o ignorati. Dall’Argentina alla Siria il passo è breve, fino a includere il nostro Giulio Regeni, perché non c’è pace senza giustizia, e non c’è giustizia senza verità. Ho provato una grande emozione nell’incontrare questa piccola donna; questa minuta vecchina di 82 anni mi è parsa un gigante, forte e tenera al tempo stesso, ed è stato un onore conoscerla e poterla abbracciare.

Le madri de plaza de Mayo, dietro le continue pressioni e divieti delle autorità argentine, che addirittura proclamò lo stato di assedio, non rinunciarono mai alla loro silente e assordante protesta, cominciando a darsi appuntamento ogni benedetto giorno per girare tutte insieme intorno all’obelisco della piazza in questione.

Il fazzoletto sulla testa è il loro simbolo di riconoscimento, che decisero di adottare durante una delle tante manifestazioni a cui hanno partecipato, un pezzo di tessuto delle fasce dei propri figli, dispersi per sempre dal crudele gioco del potere.

Da quarantadue anni dura questa ostinata lotta a un sistema sordo, quarantadue anni di coraggio trascorsi ad indignarsi e a combattere un silenzio dettato dalla logica perversa di uno Stato; l’Argentina in questo modo è entrata di diritto, tra le nazioni che più hanno macchiato la storia dell’umanità. Le Madri di Plaza de Mayo dissero no e ancora continuano ad opporsi a questa dittatura del silenzio e della paura. Dopo il golpe militare del 1976 non smisero mai di cercare i propri figli “desaparecidos”. Nora Cortiñas è una di queste donne che ha messo la sua vita al servizio della ricerca della verità, l’unica fonte che può dissetare seriamente ogni uomo.

Nella sala consiliare del Comune di Jesi, Norita, come veniva chiamata affettuosamente dai suoi connazionali, ha raccontato con passione e lucidità l’impegno e la lotta delle “Madres”: «Non è la prima volta che vengo in Italia – ha detto Nora – per portare avanti il lavoro di ricerca di verità e giustizia. La dittatura argentina oltre ai desparecidos, ha torturato ed esiliato migliaia di persone. Tanti i bambini nati in carcere e adottati che nulla sanno delle loro origini. Per la verità, la giustizia e la memoria, ogni giovedì torniamo a manifestare in Plaza de Mayo e in tutto il mondo raccontiamo le storie dei nostri figli. Siamo solidali con tutte le mamme dei popoli sottomessi che vivono il nostro stesso dolore e per questo ci preoccupa molto quello che succede in Siria». Le Madres sfidarono il potere, attirando cosìl’ira di quel governo, che cercò in ogni modo di metterle a tacere anche infamandole: «Nelle piazze chiedevamo “Donde estan?”, dove sono i nostri ragazzi. Ci chiamarono “pazze”, nel tentativo di screditarci, qualcuna è stata arrestata, altre donne assassinate ma non ci siamo fermate». Accanto a lei anche Karim Franceschi, il combattente senigalliese che ha combattuto l’Isis a Raqqa, a Kobane e in altre città tra le fila dell’Ypg, le forze di liberazione curde, pronto a ripartire per la Siria: «Il dolore delle madri argentine è quello delle madri che si sono viste strappare i figli durante la primavera araba, famiglie a cui è stato detto che quei ragazzi non li avrebbero più visti».

Dieci anni fa la città di Jesi aveva già riconosciuto la cittadinanza onoraria alle Madres Plaza de Mayo: era il 6 gennaio 2008 e a Jesi era venuta Nair Amuedo. È stato un onore poter ospitare questa volta Nora, in quanto le Madres rappresenteranno sempre la difesa dei diritti umani, non solo in Argentina, ma in tutto il resto del mondo. Chiedere verità e giustizia nei confronti di chi continua ad andare contro tutti i diritti umani, in una lotta quotidiana e impegnativa pronta ad arrivare in ogni luogo per riuscire a spezzare quel silenzio e dare voce a tutti quelli che continuano ad essere vessati ingiustamente, intere popolazioni costantemente messe in pericolo. Nei prossimi mesi Nora incontrerà le madri per la pace del Kurdistan, le madri di quanti nel nord della Siria stanno resistendo contro la violenza dell’Isis prima e della Turchia ora nel silenzio assordante della comunità internazionale. Il viaggio in Italia di Nora, durante il quale Nora è stata prima a Roma, poi a Jesi, e di seguito sarà a Venezia e a  Torino, è stato possibile grazie alla colllaborazione di Ya Basta Roma Moltitudia, Associazione Ya Basta Êdî Bese e Caffè Basaglia di Torino. Inoltre aderiscono Madri per Roma Città Aperta, Loa Acrobax Project, Circolo Anpi Renato Biagetti, DinamoPress, Lur – Libera Università Roma, Spazio Comune Autogestito Tnt, Ambasciata dei Diritti Marche, Ambasciata dei Diritti Jesi, Radio senza muri, Centro Sociale Rivolta di Marghera, Sherwood Padova.

È stato un incontro forte quello con Nora, che ci deve far capire che non bisogna mai abbassare la guardia contro ogni forma di potere assoluto, pericoloso e prevaricatore.

Grazie Norita, grazie di tutto!

Oggi Nora è intervenuta anche a Radio Senza Muri, che per l’occasione ne ha fatto la sua madrina d’eccezione, ed io ho voluto omaggiarla personalmente con una poesia che il suo incredibile e emozionante incontro mi ha ispirato.

Una poesia per Nora.

Il mio girotondo

Tenera e forte giri in tondo,

speriamo che non caschi il mondo.

 

Col fazzoletto sulla testa

porti avanti la tua protesta.

 

Nel silenzio porti il tuo rumore

ma sempre nel segno dell’amore.

 

Senza odio né violenze

 

 

per svegliare le coscenze.

 

Cercando risposte e verità

che calpestano diritti e dignità.

 

Il tuo coraggio è impressionante

per questa storia assai logorante

 

che troppo spesso ahimè si ripete

in un gioco macabro che non ci compete.

 

E questa benedetta resistenza

che va avanti con amore e pazienza,

 

non si fermerà mai nell’indifferenza

ma continuerà a mostrarsi con evidenza.

 

Non voglio giocare a guardie e ladri,

né a quel gioco in cui mi nascondo,

lasciatemi solo fare il mio girotondo.

 

 

Cinzia Perrone

Cinzia Perrone è nata a Napoli nel giugno del 1973. Dopo aver conseguito la maturità scientifica si iscrive all’università Federico II di Napoli, dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Interrotti gli studi, si sposa e si trasferisce nelle Marche. Ma nel 2005 riesce a laurearsi in Giurisprudenza all’Università di Camerino(MC), avendo ripreso gli studi interrotti. Dopo il periodo di tirocinio per la professione forense, ha svolto altri tipi di lavoro, come segretaria o agente immobiliare. Nel 2008, approda a Jesi, sempre nelle Marche, in provincia di Ancona, dove attualmente vive con il marito e la figlia di dodici anni. Alla ricerca di un’occupazione come in tanti, ha trovato la sua dimensione nella scrittura, antica passione mai sopita. Ha pubblicato una silloge di poesie all’interno di una raccolta edita da Aletti editore dal titolo “Fetch”; è stata selezionata più volte con dei suoi racconti a far parte delle antologie edite da Historica edizioni. Ha pubblicato ad aprile 2007 il suo romanzo di esordio con la Montedit editore, “Mai via da te”, e successivamente una silloge poetica nella collana Adeef di Eracle edizioni, dal titolo “Capelli al vento”. Sempre nel 2017, nel mese di novembre pubblica il suo secondo romanzo, “L’inatteso” con Del Bucchia Editore. Un ruolo importante nella sua vita è svolto anche dal volontariato, infatti è socia-donatrice dell’Avis di Jesi, facendosi portatrice, insieme ad un gruppo di altri soci-collaboratori, del messaggio di solidarietà insito nella donazione del sangue, attraverso una campagna divulgativa nelle scuole.

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